Bitto DOP

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Introduzione

Il bitto è un formaggio a pasta semicotta, tipico delle valli delle Alpi italiane, dal sapore intenso e caratteristico.

La sua produzione è legata alla tradizione casearia delle zone montane, dove di produceva per conservare il latte prodotto dagli animali durante i mesi estivi, quando gli allevatori portavano le mandrie in pascolo in alta montagna.

Il bitto viene prodotto con latte vaccino crudo, a cui può essere aggiunto anche latte di capra o pecora, ed è caratterizzato da una lunga stagionatura, che gli conferisce un gusto e un aroma unici.

Grazie alla sua consistenza compatta e alla sua capacità di mantenersi a lungo, questo formaggio è stato tradizionalmente utilizzato come alimento da portare con sé durante le escursioni in montagna.

Oggi il bitto rappresenta un prodotto di eccellenza del patrimonio caseario italiano, apprezzato per la sua ricchezza di sapori e profumi.

Il suo gusto intenso e la sua storia millenaria lo rendono una scelta ideale per chi vuole gustare un formaggio dalle tradizioni antiche e dai sapori unici.

La storia del formaggio bitto

La storia del bitto è antica e legata alla tradizione casearia delle zone alpine dell’Italia settentrionale, in particolare della Lombardia e del Piemonte.

La produzione del bitto risale infatti almeno all’epoca romana, quando gli abitanti delle Alpi producevano formaggi per conservare il latte delle loro mandrie durante i mesi estivi.

Il bitto ha subito nel corso dei secoli diverse evoluzioni, adattandosi alle esigenze dei produttori e dei consumatori delle zone alpine.

Durante il XVI secolo vennero introdotte le prime regole per la sua produzione, che prevedevano l’uso esclusivo di latte di vacca crudo, l’aggiunta di latte di capra o pecora solo in percentuali limitate e la stagionatura per almeno 70 giorni.

Nel corso del tempo, il bitto è diventato un prodotto di eccellenza delle valli alpine, simbolo della tradizione casearia delle zone montane italiane.

Nel 1996 gli è stata riconosciuta la Denominazione di Origine Protetta (DOP), a testimonianza della sua importanza culturale e gastronomica.

Oggi il bitto rappresenta un’eccellenza del patrimonio caseario italiano, apprezzato sia a livello nazionale che internazionale per il suo gusto unico e la sua lunga storia.

Produzione

La produzione del bitto avviene in modo artigianale e seguendo le regole tradizionali che ne garantiscono la qualità e l’autenticità.

Il processo di produzione inizia con la raccolta del latte fresco delle vacche, che si lascia maturare per almeno 12 ore, in modo da separare la parte liquida dalla parte solida.

Successivamente il latte si riscalda a una temperatura di circa 40-42°C e si aggiunge il caglio naturale per favorire la coagulazione.

Dopo circa un’ora, la massa di cagliata si taglia a mano in piccoli pezzi e si mescola per favorire la fuoriuscita del siero.

La cagliata si mette poi in apposite forme di legno a forma di parallelepipedo, dove si pressa per circa un giorno.

A questo punto, i formaggi si immergono in una salamoia di sale grosso per almeno 10 giorni, per conferire al formaggio il giusto grado di sapore e conservazione.

La stagionatura del bitto avviene in locali freschi e umidi, dove i formaggi vengono girati e spazzolati regolarmente per favorire la formazione della crosta e l’evoluzione del sapore.

Il processo di produzione del bitto è laborioso e richiede molta attenzione da parte dei produttori, che seguono scrupolosamente le regole tradizionali per garantire la qualità del prodotto finale.

Il risultato è un formaggio dal sapore intenso e caratteristico, apprezzato in tutto il mondo per la sua ricchezza di sapori e profumi.

Le caratteristiche del bitto

Il bitto si caratterizza per una pasta semicotta, di colore giallo paglierino, con occhiature irregolari e una consistenza compatta.

Il suo sapore è intenso e aromatico, con note di frutta secca, fieno e leggermente piccanti.

La stagionatura avviene per almeno 70 giorni, durante i quali il formaggio viene girato e spazzolato regolarmente per favorire la formazione della crosta e l’evoluzione del sapore.

Il risultato è un formaggio dal sapore complesso e bilanciato, con una texture morbida ma consistente.

Il bitto si produce con latte vaccino crudo, a cui può essere aggiunto latte di capra o pecora in percentuali limitate, seguendo le regole tradizionali della produzione.

Grazie alla sua lunga storia e alle sue caratteristiche organolettiche, il bitto è considerato un prodotto di eccellenza del patrimonio caseario italiano, molto apprezzato sia da intenditori che da gourmet.

Il bitto si presta ad essere gustato da solo, accompagnato da un buon vino rosso o bianco, oppure utilizzato come ingrediente in diverse ricette della tradizione alpina, come ad esempio la polenta taragna o la torta di bitto.

Usi culinari del bitto

Il bitto è un prodotto molto versatile che si presta ad essere utilizzato in diversi piatti della cucina alpina e non solo.

Ecco alcuni esempi di come può essere utilizzato:

  • Da solo: il bitto si presta ad essere gustato da solo, magari accompagnato da un bicchiere di vino rosso o bianco. In questo modo si può apprezzare appieno il suo sapore intenso e aromatico.
  • Con la polenta: il bitto è un ingrediente fondamentale della polenta taragna, una specialità della cucina alpina. La polenta si arricchisce con l’aggiunta di formaggio bitto, che ne conferisce un gusto intenso e cremoso.
  • In soufflé: il bitto può essere utilizzato per preparare un soufflé salato, mescolandolo con uova, farina e latte. Il risultato è un piatto dal gusto delicato e cremoso.
  • Con la pasta: il bitto può essere utilizzato come condimento per la pasta, magari sciogliendolo in una padella con un po’ di burro e panna per ottenere una crema dal sapore intenso.
  • Nelle frittate: il bitto si presta ad essere utilizzato come ingrediente per la frittata, mescolandolo con uova, cipolle e pancetta per ottenere un piatto saporito e sostanzioso.
  • Nelle insalate: il bitto può essere utilizzato come ingrediente per arricchire l’insalata, tagliato a cubetti e mescolato con lattuga, pomodori e altri ingredienti a piacere.

Questi sono solo alcuni esempi di come il bitto può essere utilizzato in cucina, ma le sue possibilità sono infinite.

Grazie al suo gusto intenso e al suo sapore unico, il bitto è un ingrediente molto amato da chef e appassionati di cucina di tutto il mondo.

Abbinamento del bitto al vino

L’abbinamento del bitto al vino dipende dalla stagionatura del formaggio e dalle caratteristiche del vino.

In linea generale, per il bitto stagionato si consigliano vini rossi strutturati e intensi, mentre per il bitto fresco si preferiscono vini bianchi secchi e aromatici.

Ecco alcuni abbinamenti consigliati:

  • Bitto giovane: per il bitto fresco si consiglia un vino bianco aromatico e fresco, come un Sauvignon Blanc o un Gewürztraminer.
  • Bitto stagionato: per il bitto stagionato si consiglia un vino rosso strutturato e intenso, come un Nebbiolo o un Barbera. Anche un vino rosso di montagna, come un Trentino Alto Adige Lagrein, può essere un’ottima scelta.
  • Bitto con miele: l’abbinamento del bitto con il miele è molto apprezzato. In questo caso si consiglia un vino bianco dolce, come un Moscato d’Asti o un Gewürztraminer passito.
  • Bitto con frutta secca: se si sceglie di gustare il bitto con della frutta secca, come noci o mandorle, si consiglia un vino rosso liquoroso o fortificato, come un Porto o un Marsala.

In ogni caso, l’abbinamento del bitto al vino dipende molto dal gusto personale e dalle preferenze individuali, per cui si consiglia di sperimentare e trovare l’abbinamento che più soddisfa i propri gusti.

Conclusione

In conclusione, il bitto è un prodotto dal sapore intenso e unico, che rappresenta una delle eccellenze della tradizione casearia italiana.

La sua produzione artigianale e la sua stagionatura lunga e attenta, fatta di tempi e metodi antichi, ne fanno un prodotto di alta qualità e di grande valore gastronomico.

Il bitto è un ingrediente versatile che si presta ad essere utilizzato in molti piatti della cucina alpina e non solo, ma è anche un prodotto che si gusta da solo, accompagnato da un buon bicchiere di vino.

L’abbinamento del bitto al vino giusto può esaltare ancora di più il suo sapore e renderlo un’esperienza gustativa indimenticabile.

Il bitto è un simbolo della cultura e della tradizione delle montagne lombarde e valtellinesi, ma è anche una testimonianza della passione e della cura dei produttori che, da generazioni, si dedicano alla sua produzione.

In un’epoca in cui la produzione alimentare è sempre più industrializzata, il bitto rappresenta un esempio di come la tradizione e la cultura possano essere preservate e tramandate attraverso la produzione artigianale di prodotti di alta qualità.

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